BEYOND THE IMAGE: INVISIBLE BOUNDARIES

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OLTRE L'IMMAGINE: CONFINI INVISIBILI

di Francesca Leonetti

L’opera, una cornice vuota, è proposta come riflessione sul potere del contesto nella definizione dell’arte. Più che un oggetto da osservare, è un concetto su cui interrogarsi: cosa trasforma un elemento ordinario in un’opera d’arte?
La cornice, solitamente considerata come un semplice supporto, diventa qui protagonista dell’opera. Isolando uno spazio dal resto del mondo, la cornice afferma la sua capacità di assegnare significato e valore a ciò che inquadra, anche quando sembra non esserci nulla.
L’assenza di un soggetto tangibile sfida l’osservatore a confrontarsi con il proprio ruolo nel processo creativo poiché è proprio il suo sguardo a completare l’opera.
 
In un’epoca in cui l’arte è spesso definita più dalla sua posizione istituzionale che dalle sue qualità intrinseche, quest’opera ci invita a ripensare i confini tra arte e “non arte”.
Non è forse la cornice stessa a dettare le regole di ciò che consideriamo degno di attenzione?
L’intento di questa provocazione è quello di suscitare domande sull’autorità dei dispositivi culturali e sulla nostra percezione del valore.
La cornice non è più un limite, ma una soglia: un invito a esplorare il significato dell’arte come costruzione collettiva,
e in continua evoluzione.

opera

Nel contesto artistico, la cornice è tradizionalmente considerata un elemento accessorio che delimita e valorizza l’opera, senza sostituirla o scavalcarla.
Questa concezione viene qui ribaltata, trasformando la cornice stessa nella protagonista assoluta, vero elemento determinante nella creazione dell’opera.
L’idea di fondo è che ciò che è racchiuso all’interno di una cornice assume automaticamente uno status artistico, indipendentemente dalla natura dell’immagine o dell’oggetto incorniciato.
Anche un’immagine in costante movimento, come le persone che attraversano lo spazio della cornice, può diventare arte per il solo fatto di essere incorniciata.
Enfatizzando il potere della cornice di incorniciare qualsiasi immagine, tutto può essere trasformato in arte.
In questo modo si genera un’opera in continua evoluzione, senza fine, che assume lo status di opera d’arte proprio per la presenza della cornice.
Se è la cornice a conferire valore artistico a un’immagine, allora l’opera non è più un oggetto statico e definitivo, ma un’entità in continuo mutamento.
La cornice, quindi, non rappresenta una limitazione, ma crea qualcosa di nuovo e diventa un filtro attraverso il quale lo spettatore è spinto a riconsiderare il rapporto tra l’ordinario e lo straordinario.

concetto

L’obiettivo del progetto è evidenziare la natura artistica della cornice e il suo potere di elevare qualsiasi immagine al rango di opera d’arte, invertendo l’ordine di importanza solitamente attribuito alle categorie di “contenuto” e “contenitore” in un’opera d’arte.

L’attenzione si sposta dal contenuto dell’opera, ovvero la sua parte figurativa, alla consapevolezza che è l’atto di incorniciare a conferirle valore estetico: non è più il soggetto a determinare l’opera, ma l’elemento che la incornicia.

obiettivo

Il progetto trova diversi punti di contatto con la celebre opera “La Mariée mise à nu par ses célibataires, même” (Il Grande Vetro) di Marcel Duchamp, concepita per essere volontariamente mai finita, aperta all’imprevedibilità e al caso.

L’opera d’arte non è più un’entità fissa e immutabile, ma un fenomeno in perpetua evoluzione, in cui il passaggio casuale di persone ed elementi della realtà diventano parte integrante della composizione artistica.

Se è la cornice a determinare il valore artistico di un’immagine, allora l’arte smette di essere statica e si trasforma in un processo aperto, in cui il tempo e l’interazione con il pubblico ne ridefiniscono continuamente i confini.

Marcel Duchamp, La Mariée mise à nu par ses célibataires, même, 1915-1923, Philadelphia Museum of Art

riferimenti

L’idea del progetto si ricollega direttamente al concetto di ready-made sviluppato da Marchel Duchamp nella prima metà del XX secolo: un oggetto di uso quotidiano diventa un’opera d’arte quando l’artista lo seleziona e lo ricontestualizza.

A partire da questa idea rivoluzionaria, una semplice cornice ha il potere di trasformare qualsiasi frammento di realtà in un’opera d’arte, semplicemente attraverso l’atto di incorniciarlo.

Marcel Duchamp, Fountain, 1917, copy retained at Centre Pompidou, Paris

Marcel Duchamp, Fountain, 1917, copy retained at Centre Pompidou, Paris

riferimenti

La cornice è un concetto centrale nel lavoro di Luigi Ghirri, sia a livello formale che filosofico.

Il suo approccio fotografico è profondamente legato all’idea di selezione e rappresentazione della realtà, in cui la cornice diventa un dispositivo visivo e concettuale per mettere in discussione la percezione del mondo.

Nel suo lavoro fotografico Ghirri vuole sottolineare come incorniciare qualcosa significhi selezionarlo, isolarlo, ma anche dargli un nuovo significato.
Con il suo sguardo attento ai minimi dettagli del paesaggio quotidiano, il fotografo dimostra come un’inquadratura possa dare valore anche a elementi apparentemente insignificanti.
La fotografia di Ghirri è un invito a guardare oltre l’abitudine e a riconoscere il valore nascosto nelle cose di tutti i giorni.

Luigi Ghirri, Marina di Ravenna, 1986

Luigi Ghirri, Modena, 1972

riferimenti

progetto

Le proporzioni della cornice non sono casuali, ma calcolate sulla base del Rapporto Aureo (φ), un principio matematico che definisce l’armonia e la bellezza.

Rappresentato dal numero irrazionale 1,618, questa proporzione appare in natura e nelle più grandi opere dell’umanità.
Le sue proprietà geometriche e matematiche uniche, insieme alla sua presenza ricorrente in contesti sia naturali che culturali, hanno ispirato nel corso del tempo la convinzione di una profonda connessione tra il macrocosmo e il microcosmo, tra il divino e l’umano, tra l’universo e la natura.

Ma perché il Rapporto Aureo appare così armonioso ai nostri occhi? Perché lo troviamo ovunque intorno a noi.

I nostri occhi, inconsciamente sintonizzati sulla sua presenza, riconoscono questo schema e lo percepiscono come naturale, familiare e intrinsecamente perfetto.
Pertanto, questa cornice non è semplicemente un supporto per un’opera d’arte, ma è un’opera d’arte in sé, plasmata da un principio antico di perfezione estetica.

La base dell’apertura interna della cornice misura 80 cm. Moltiplicando questo valore per 1,618 si ottiene esattamente 129,4 cm, misura corrispondente all’altezza dell’apertura interna.

progetto

Il legno è il materiale principale dell’opera.
La scelta di lasciare la cornice grezza è volta a metterne in evidenza la struttura e la materia, sottolineando il suo profondo legame con il lavoro artigianale.
Il materiale si rivela senza filtri, con le sue imperfezioni e le sue irregolarità, raccontando una storia che non è più nascosta dietro strati di finitura, ma che si rivela nella sua forma pura.
Enfatizzando lo stato naturale della cornice si vuole attirare l’attenzione sulla sua essenza, permettendole così di affermarsi come elemento autonomo.
La cornice non è più solamente un confine tra l’opera d’arte e lo spazio circostante, ma diventa parte integrante della narrazione visiva.

Questa ridefinizione del suo ruolo tradizionale apre nuove possibilità interpretative, trasformando la cornice in una presenza artistica a sé stante.

Legno di Paulownia

materiale

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